A 15 mesi dallo scoppio della pandemia in Europa, da Bruxelles i 27 leader lanciano finalmente un messaggio di speranza. Grazie all'accelerazione nelle vaccinazioni, si può riaprire gradualmente, si legge nelle conclusioni del Consiglio Europeo, seppure restando vigili soprattutto riguardo alle varianti. E questa settimana, dice Ursula von der Leyen, il 50% degli Europei, avrà ricevuto almeno una dose. Per l'obiettivo del 70% di adulti immunizzati entro fine estate, si è dunque sulla buona strada, anche perché, per il secondo semestre, l'Unione Europea attende la consegna di quasi un miliardo di dosi. Da qui anche l'annuncio che, entro la fine dell'anno, i 27 doneranno 100 milioni di vaccini ai paesi svantaggiati, con la consapevolezza che si potrà davvero contenere la pandemia, solo con una risposta globale. Dal Consiglio Europeo, anche la richiesta di accelerare sull'implementazione del Certificato Digitale Covid, che renderà più semplice tornare a viaggiare. L'infrastruttura tecnologica, assicura Ursula von der Leyen, sarà pronta già dal primo giugno. Il vertice che si era aperto con i 27 leader, inusualmente compatti, nelle sanzioni alla Bielorussia, si chiude però, con un nulla di fatto, sul clima. Se a dicembre ci si era impegnati a ridurre le emissioni nocive del 55% entro il 2030, ora non c'è accordo tra i vari paesi membri, su come ripartire gli sforzi, visto che in gioco ci sono impegni economici importanti su trasporti, edilizia e agricoltura. La questione è stata dunque stralciata dalle conclusioni del Summit e ora toccherà alla Commissione Europea a presentare una proposta che possa mediare tra le varie posizioni. Un'impresa però non certo semplice.