Dopo settimane di latitanza riecco Melania. Certo era praticamente impossibile pensare che potesse disertare anche questa occasione: i funerali della madre. Le esequie si sono tenute in Florida. L'ex first lady è apparsa accanto al marito Donald. Viste le circostanze è azzardato lasciarsi andare a illazioni sui rapporti tra i due. Una parentesi luttuosa per Trump nella battaglia per riprendersi la Casa Bianca, battaglia che si combatte alle urne, certo, ma anche e soprattutto altrove. Nikky Haley e Ron DeSantis non impensieriscono infatti di certo il front runner, che nella prossima tappa delle primarie, il New Hampshire, punta addirittura al ko tecnico. No, a impensierire Trump è altro. I giudici, soprattutto. L'8 febbraio la Corte Suprema esaminerà la sentenza del Colorado che vuole estromettere Trump dalla corsa sulla base dell'ormai famigerata sezione 3 del quattordicesimo emendamento. La norma, lo ricordiamo, è quella che dichiara ineleggibile chi, dopo aver giurato sulla Costituzione, abbia partecipato a un'insurrezione o l'abbia comunque appoggiata. I legali di Trump hanno appena consegnato una memoria di 59 pagine contenente le proprie argomentazioni. Nessun comportamento di Trump può essere qualificato come un'insurrezione, Trump non ha partecipato all'assalto a Capitol Hill né lo ha diretto, anzi ha chiesto ai manifestanti di essere pacifici e il suo discorso di quel giorno è coperto dal primo emendamento sulla libertà di espressione. Fin qui nulla di nuovo, ma i legali vanno oltre: un'esclusione di Trump, dicono, minaccia di privare dei loro diritti civili decine di milioni di americani scatenando caos e bolgia. Parole forti che però non bastano a Trump. Con una mossa d'altri tempi l'ex presidente ha pubblicato un lungo post a tarda notte tutto scritto in maiuscolo. "Il presidente deve avere la piena immunità" scrive Trump "anche per quelle decisioni che oltrepassano il limite, altrimenti" aggiunge "saranno anni traumatici".