Francia Atto IV: dopo due turni di presidenziali ed uno di legislative, i ballottaggi chiudono la lunga stagione elettorale con un probabile trionfo annunciato, quello di Emmanuel Macron e della sua maggioranza. La galassia che ruota intorno all’inquilino dell’Eliseo dovrebbe conquistare a mani basse il controllo dell’Assemblea nazionale. Servono 289 deputati per avere la maggioranza. La République En Marche, il partito del Presidente fondato giusto un anno fa, è accreditato di ottenerne oltre 400. E se anche stavolta i sondaggi francesi rispetteranno le previsioni si avrebbe un risultato di portata storica, in termini numerici e politici, un parlamento quasi monocolore praticamente senza opposizione. I socialisti si apprestano a vivere un’altra disfatta, potrebbero perdere 200 seggi rispetto a cinque anni fa. In crisi nera anche la destra moderata, lacerata da divisioni interne e indebolita dal grande appeal bipartisan di Macron. Una brutta aria tira anche per il Fronte nazionale, passato in un mese, dal ballottaggio presidenziale con Marine Le Pen alla prospettiva di portare in Parlamento un solo eletto, la leader Le Pen appunto. Dopo Macron, insomma, il diluvio. Ma di pioggia, nei 30°C di Parigi, neanche il miraggio. Sarà anche per il clima estivo e praticamente vacanziero che ci si aspetta un’affluenza al voto molto bassa, addirittura inferiore al 48% di domenica scorsa, un fattore in più dalla parte di Macron, un presidente sempre di più in luna di miele con il suo Paese.