Stato di emergenza per quattro mesi sull'isola di Lesbo. La decisione è stata presa dal governo greco dopo quanto accaduto nella notte nel campo di Moria, dove le fiamme hanno distrutto il campo che accoglie quasi 13000 persone destinato ad ospitarne al massimo 3000. L'incendio che è stato appiccato da un gruppo di richiedenti asilo, come hanno riferito le autorità greche. Atene ha inviato polizia, personale antincendio e altri lavoratori pubblici per sostenere l'isola e i richiedenti asilo, che nel frattempo si sono messi in cammino. Finora non è stata registrata alcuna perdita di vite umane, mentre 408 minori rifugiati non accompagnati sono stati trasferiti in un luogo sicuro, ha detto il viceministro della sanità. Il governo greco sta sistemando la parte di popolazione più vulnerabile, ma almeno 4000 persone resteranno senzatetto. Da tempo si denunciano le condizioni igieniche inesistenti e il sovraffollamento del campo, fino a ieri sepolto da spazzatura e topi. Oggi ridotto in macerie. Situazione complicata, i contagi con 35 positivi al Covid-19 e la quarantena imposta hanno fatto il resto. Le immagini da Moria sono devastanti. Questa è un'emergenza umanitaria reale. L'Europa deve dimostrare la sua solidarietà, ha commentato il Presidente del Parlamento Europeo, David Sassoli. Siamo davanti ad una bomba ad orologeria pronta ad esplodere, ha detto Marco Sandrone, responsabile del progetto di Medici Senza Frontiere a Lesbo. Una situazione insostenibile per le condizioni disumane in cui vivono i migranti per la maggior parte provenienti dall'Afghanistan. Un primo aiuto è stato offerto dalla Germania, dal Presidente del Nordreno Westfalia, che ha aperto le porte della sua regione ai migranti che si trovano sull'isola greca.