Lettera Ue a Italia: chiarire su peggioramento debito

29 mag 2019
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“Sulla base dei dati definitivi, confermiamo che nel 2018 l'Italia non ha fatto progressi sufficienti sul debito”, scrivono i commissari Dombrovskis e Moscovici nella lettera spedita al Ministro Tria, lettera in cui si chiede di indicare entro venerdì eventuali fattori da tenere in considerazione nella preparazione del rapporto sullo stato di salute dei nostri conti pubblici in arrivo il 5 giugno, quando saranno pubblicate anche le raccomandazioni per i vari Paesi membri. Missive simili sono state spedite anche a Francia, Belgio e Cipro, ma la nostra situazione sembra più grave, e appare ormai altamente probabile che la Commissione, proprio come in autunno, suggerirà l'apertura di una procedura per debito. All'epoca si mise in moto una frenetica trattativa tra Roma e Bruxelles, che portò poi a un ridimensionamento della manovra, ma anche a un abbassamento delle richieste della Commissione, pronta ad accontentarsi, almeno per il 2018, di un saldo strutturale invariato. Le cose non sono però andate così: il deficit è peggiorato lo scorso anno e si prevede faccia altrettanto quest'anno. Tornano, dunque, i presupposti per una procedura che porterebbe a un percorso di rientro del debito a tappe forzate, oltre che a possibili sanzioni. Tra quanto promesso e quanto ottenuto in due anni c'è uno scarto tra i 7 e i 12 miliardi, a seconda che si considerino le richieste iniziali o quelle successive alla trattativa di dicembre. Sta ora all'Italia decidere se aprire un nuovo negoziato con Bruxelles, mettendo mano ai conti con una manovra aggiuntiva da almeno 3 o 4 miliardi, oppure se andare allo scontro. In questo caso, terminata la tregua elettorale, appare molto probabile che gli altri Stati membri, che hanno l'ultima parola sull'eventuale procedura, stavolta non facciano sconti al nostro Paese. Visto l'isolamento politico del nostro Governo e la fermezza sul rispetto delle regole di bilancio, più volte ribadita anche dalle capitali più euroscettiche, il via libera alla mano pesante potrebbe dunque arrivare già nel vertice Ecofin del 9 luglio.

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