Le bacchettate più forti sono per Polonia e Ungheria, ma anche l'Italia finisce dietro la lavagna. Dopo aver alzato i toni, la Commissione di Ursula von der Leyen, ha deciso di combinare le sanzioni che aveva minacciato per i due paesi del Patto di Visegrad, che si accaniscono contro i diritti delle minoranze omosessuali e transessuali. Mentre il nostro Paese viene ammonito per il trattamento dei giudici onorari, dei cosiddetti lavoratori distaccati e per la mancata collaborazione nella lotta alla criminalità. La condanna più severa è per i Governi di Orban e Kaczynski, che con le loro leggi liberticide, minacciano lo stato di diritto e colpiscono la comunità LGBT. Contro Budapest i casi includono una legge di recente adozione, che col pretesto della protezione minori, equipara gli omosessuali ai pedofili. Nei confronti di Varsavia la Commissione Europea ritiene che le autorità polacche, non abbiano risposto in modo completo alla sua indagine, sulla natura e l'impatto delle cosiddette zone franche LGBT. Intanto i piani nazionali per il Recovery di Polonia e Ungheria, restano in sospeso, con la minaccia di chiudere il rubinetto dei soldi europei. Anche per l'Italia sono scattati i provvedimenti, Bruxelles ha aperto una procedura d'infrazione, perché diverse categorie di Magistrati onorari, non godono dello status di lavoratore in base al diritto nazionale, ma sono considerati volontari. Un'altra procedura di infrazione contro Roma, è scattata per il mancato allineamento di varie disposizioni nazionali, alla direttiva sul distacco dei lavoratori, che punta a semplificare le procedure e la cooperazione amministrativa tra gli Stati. La Commissione ha poi deferito L'Italia alla Corte di Giustizia dell'Unione Europea, per il mancato rispetto di alcuni obblighi, sullo scambio di informazioni stabiliti dalle norme in materia di cooperazione transfrontaliera, nella lotta al terrorismo e alla criminalità.