Cinque banche prese d'assalto in un solo giorno a Beirut e nel Sud del Libano non da rapinatori ma dai legittimi titolari dei conti impossibilitati da 3 anni a ritirare i propri risparmi. Episodi simili si sono verificati in altri istituti mercoledì scorso ripetendo un copione già visto a metà agosto quando un uomo entrò armato in una banca della capitale e tenne in ostaggio i dipendenti per diverse ore ottenendo di farsi scongelare parte dei suoi capitali. Assalti agli istituti sempre più frequenti tanto che adesso l'Associazione delle Banche del Libano annuncia la chiusura per i prossimi 6 giorni di tutte le filiali del paese. Poco cambia per i cittadini che da fine 2019 si sono visti bloccare conti e depositi a causa del default economico che ha travolto il Libano. Inevitabile la rabbia sociale che ha spinto il Consiglio di Sicurezza Interna, l'organo di coordinamento poliziesco e militare del governo, a riunirsi in via straordinaria proprio per fare fronte ai crescenti disordini in un paese traviato da mesi di inflazione alle stelle e anni di instabilità politica. I tempi in cui il Libano era la Svizzera del Medio Oriente sono ormai lontanissimi.























