Giuseppe Conte tesse la sua tela diplomatica per uscire dal pantano libico, ma a Palazzo Chigi si presenta solo l'uomo forte della Cirenaica. Dopo un faccia a faccia di 3 ore con il Premier, il generale Haftar lascia Roma mentre il Capo del governo di Tripoli Al Serraj, che era atteso nel tardo pomeriggio, preferisce fare ritorno in Libia, dopo aver parlato con i vertici europei a Bruxelles. Con una nota il Presidente del Consiglio ha espresso la forte preoccupazione per la continua escalation sul terreno libico e ha sottolineato che l'unica soluzione sostenibile è quella politica e ha invitato a rinunciare all'opzione militare. La spiegazione per il forfait di Al Serraj viene fornita dall'ambasciatore di Tripoli presso l'Unione Europea: “Non ci possono essere dialoghi o incontri con il criminale di guerra Haftar” tuona. Scelta che testimonia le difficoltà che gli sforzi diplomatici, anche italiani, incontrano in queste ore di tensione tra i due antagonisti del teatro libico. Trapela la preoccupazione del Quirinale per il crescere della tensione. Il Presidente Sergio Mattarella, che ha avuto anche un colloquio telefonico con il Premier, segue la crisi in stretto contatto con il Governo, prestando grande attenzione alla sicurezza dei militari italiani stanziati in Iraq e nelle altre regioni dell'area. Sul fronte libico si auspica uno sforzo dell'intera comunità internazionale. Preoccupazione condivisa da Conte quella di tutelare i nostri soldati impegnati nelle missioni all'estero, a cominciare dall'Iraq. Sulle indiscrezioni di un ritiro italiano dalla Libia arriva la secca smentita dello Stato maggiore della difesa: “Le attività concordate d'intesa con le autorità libiche proseguono regolarmente.” Le missioni militari nell'area mediorientale e il dossier Libia saranno sul tavolo della riunione convocata dal Premier con i rappresentanti di maggioranza e opposizione per venerdì. Il PD, con il Segretario Nicola Zingaretti, ribadisce intanto il sostegno all'azione di Conte: “Crediamo nell'Italia unita e nella forza del dialogo dell'Europa.” Dall'opposizione, Matteo Salvini attacca direttamente il Premier per una semplice questione protocollo, prima ancora che di politica: “Prima si riceve un Capo di Governo riconosciuto e dopo un generale.”.