Dopo giorni di intensi scontri armati a Tripoli, il Ministero della Difesa libico ha annunciato un cessate il fuoco nella capitale per garantire l'ordine pubblico, facendo appello a tutte le parti di astenersi da dichiarazioni o mosse provocatorie che possano riaccendere le tensioni, provando di fatto la fragilità di questa tregua. La Farnesina rassicura i nostri connazionali, non c'è nessun pericolo diretto contro i cittadini italiani, che comunque non devono lasciare le loro abitazioni o gli hotel. Appena possibile verrà organizzato un piano di evacuazione, ma al momento l'aeroporto di Tripoli è chiuso. Le violenze hanno contrapposto per due giorni le forze fedeli al Primo Ministro del Governo di unità nazionale Hamid Dbeibeh, tra cui la potente 444ma brigata, alle milizie alleate dell'apparato di supporto e stabilizzazione comandate dal potente e spietato al Kikli detto Ghaniwa, presenti nell'area di Abu Salim a Tripoli, un tempo roccaforte di Gheddafi. La Forza speciale di deterrenza per la lotta al terrorismo e alla criminalità organizzata, ora sciolta dal Premier, si era rivoltata anch'essa contro il Governo dopo l'uccisione di al Kikli avvenuta lunedì, quando un incontro di mediazione nel quartiere generale della 444ma brigata si era rivelato di fatto un'imboscata. L'omicidio segna la rottura del sodalizio in essere dal 2021 tra la leadership libica e la milizia armata ASS, ora smantellata, diretta da al Kikli. L'apparato è stato infatti creato, sostenuto e foraggiato dal Governo di unità nazionale e ha goduto di impunità totale nella sistematica e brutale violazione dei diritti umani, soprattutto ai danni dei migranti. L'eliminazione di al Kikli dimostra il tentativo di ridimensionare l'autonomia e lo strapotere delle milizie, riducendone la frammentazione e centralizzando il potere armato sotto il controllo governativo. .