Dodici dipendenti dell'UNRWA, l'agenzia ONU per i rifugiati palestinesi, licenziati. L'effetto delle accuse israeliane arriva a Palazzo di Vetro, dove sono scattati i provvedimenti verso le persone che lavorano per l'agenzia che, secondo Israele, sono coinvolte nell'attacco di Hamas del 7 ottobre. In maniera attiva, sostiene l'intelligence israeliana, che accusa alcuni dei dodici dipendenti dell'UNRWA di aver sequestrato e ucciso degli ostaggi. Altri avrebbero anche trasferito delle armi. Accuse pesanti su cui è stata avviata un'inchiesta interna e che hanno portato più di una decina di paesi, tra cui Italia e Stati Uniti, maggiore finanziatore con l'Unione Europea, a sospendere i fondi per l'agenzia che rappresenta di fatto l'unico welfare per i palestinesi. Una decisione che preoccupa il capo delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, inorridito, dice, da quanto sta emergendo e che chiede di garantire la continuità dell'agenzia. Un tentativo di liquidare la questione sfollati, questione centrale in più di 70 anni di conflitto per il presidente palestinese Abu Mazen. Fondata nel 1949 per assistere circa 700 mila palestinesi che fuggirono o furono espulsi da Israele durante le guerre che accompagnarono la creazione dello stato ebraico, l'UNRWA ha contribuito alla formazione dei campi per i profughi, che da allora sono diventati aree urbane edificate molto povere. Finanziata quasi interamente dalle nazioni volontarie degli stati membri delle Nazioni Unite, l'agenzia dopo l'attacco del 7 ottobre e i bombardamenti di Israele su Gaza, ha cercato di dare il rifugio a quasi il 90% degli sfollati, convertendo le sue scuole, le cliniche e gli uffici in rifugi di emergenza. Sono 152 i dipendenti dell'UNRWA uccisi al 7 ottobre, 141 le strutture danneggiate. Per l'agenzia che fornisce cibo, assistenza abitativa e prestiti di emergenza, supervisiona anche la raccolta dei rifiuti e che è anche uno dei maggiori datori di lavoro a Gaza con 13 mila lavoratori, quasi tutti palestinesi. La mancanza di fondi era un problema anche prima del 7 ottobre. Ora, mentre l'inchiesta va avanti, rischia di essere una catastrofe per i palestinesi sfollati rimasti a Gaza.