Live In, l'intervista di Sky TG24 a Roberta Metsola (Ue)

08 apr 2022
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"Negli ultimi giorni l'immagine più forte è stata la sua visita a Kiev, dal punto di vista istituzionale. Quali sono le immagini che lei ha portato indietro da Kiev, dei flash che vuole condividere con noi?" "Si, era una decisione di andare in un momento dove ho pensato che il popolo ucraino doveva avere un segnale forte, in presenza, in una città e in un Paese bombardato inutilmente, da un Paese aggressivo che sta uccidendo un popolo coraggioso, resiliente, con uno spirito che io non ho mai visto. L'immagine che io ho preso indietro con me, quando sono ritornata e che ogni giorno ricordo qualcosa di nuovo, è che negli occhi di tutti i deputati del Parlamento dell'Ucraina, c'erano centinaia di deputati che volevano, loro vogliono combattere per la democrazia, per le regole che noi condividiamo, i principi, i valori. Ho incontrato i leader dei gruppi politici, ho incontrato il sindaco di Kiev e poi ho incontrato il Presidente Zelensky e tutti avevano lo spirito di combattere, ma anche il messaggio di tutti loro, che ci hanno detto, abbiamo bisogno delle armi, abbiamo bisogno urgentemente dell'assistenza militare". "Ecco, cosa pensano loro dell'Europa?" "Per loro, quando mi hanno invitato, perché il Presidente del Parlamento ucraino mi ha invitato per indirizzare una sessione straordinaria della plenaria e lui mi ha detto, per noi l'Europa è la nostra casa". "La foto simbolo della sua visita è stata quella in cui si stringeva la mano con Zelensky, con il tavolo in mezzo e tutti e due voi avevate la t-shirt verde militare. Voleva dare un messaggio lei con questa t-shirt, come se l'Europa fosse in guerra anche?" "No, noi quando siamo arrivati ci hanno detto che il vestito formale non si indossa più, anche in Parlamento non c'erano dei vestiti formali. Allora io ho preso il vestito, non sapevo che l'immagine fosse anche la discussione sul colore della mia t-shirt, ma in quel momento il Presidente Zelensky mi stava dando l'Ordine della Principessa Olga, che è l'ordine dell'eroismo per il popolo ucraino. Allora c'era un momento che lui mi ha detto grazie di essere venuta, grazie di avere il coraggio di venire qua, non lasciateci soli, abbiamo bisogno dell'aiuto nel modo più urgente. Io ho detto, noi non vi lasceremo soli mai!" "Lei pensa, allora, prima ha parlato di Zelensky che chiede le armi, che l'Europa debba dare anche armi di attacco, tank, aerei, strumenti di artiglieria da combattimento?" "La verità è che la Russia ha molte più armi che l'Ucraina e l'Ucraina non può combattere solo con le armi che hanno ricevuto fino adesso. Queste giornate, in questa settimana sono cruciali per mostrare che l'Ucraina può continuare a combattere, una guerra che non è stata provocata, è questo che dobbiamo ricordare sempre, ogni giorno, questa non è provocata. Abbiamo visto le immagini, poche ore da quando io sono ritornata, ho lasciato Kiev, abbiamo visto le atrocità, che la Russia dice che non sono vere, che questa è propaganda falsa dell'Ucraina. Questi sono reati criminali e dobbiamo prendere le responsabilità anche noi per combattere". "Quindi reagire con armi di attacco anche?" "Hanno bisogno di più armi, hanno bisogno di tutte le possibilità e il nostro appello, in questo Parlamento, è agli Stati Membri, dobbiamo aiutarli, perché se l'Ucraina, se c'è la possibilità che non possono continuare a combattere, attaccano gli altri Paesi, perché questo mostrerà a Putin che noi siamo fragili, che noi siamo divisi e questo non può essere la realtà". "E quindi forse l'Europa, anche se sta facendo molto, secondo lei, non fa abbastanza di fronte poi a queste immagini?" "Dobbiamo guardare tutti gli embarghi possibili. Io dico, dobbiamo guardare anche la possibilità di sanzionare tutti i membri del partito di Putin, dobbiamo vedere come possiamo fare per mettere in più stretta maniera la pressione sulla Russia, perché loro dicono ok economicamente questo non vale la pena, politicamente non vale la pena. Fino adesso, abbiamo fatto molto, ma possiamo fare molto di più". "Qui in Parlamento, nel Parlamento Europeo che aria si respira, ovviamente ci sono persone che hanno altre opinioni, perché siamo in democrazia. Si è sentito nel Parlamento Europeo anche chi ha detto, non è sicuro che i massacri di Bucha sono stati fatti dai russi, dobbiamo essere indipendenti, dobbiamo essere neutrali. Che cosa pensa?" "Io penso che tutti i deputati qua hanno la libertà di esprimere l'opinione, ma hanno una responsabilità anche, noi siamo fidati del nostro elettorato in modo democratico, da tutti i nostri Paesi. Io vengo da Malta, gli altri deputati vengono dagli altri Paesi. Quando noi andremo all'elezione del 2024, noi dobbiamo guardare ai nostri elettori e dobbiamo dire se abbiamo fatto tutto quello che possiamo, che abbiamo potuto fare per fermare, per far finire la guerra. Allora tutti i deputati dovranno rispondere se hanno fatto la decisione responsabile di dichiarare che quello che è stato fatto a Bucha e Irpin e altre città dell'Ucraina, un crimine, dei reati internazionali criminali che devono essere puniti nella maniera più forte possibile". "Lei è storicamente la più giovane Presidente del Parlamento Europeo, anche la prima donna, ma insomma ormai dovrebbe essere scontato, si trova a far ripartire il Parlamento dopo due anni di pandemia e adesso una guerra. Un lavoro molto difficile, come lo sta vivendo?" "Sì, la prima parola è che ho ereditato da un grandissimo David Sassoli, dopo due anni difficilissimi con la pandemia, ma durante, questo Parlamento ha fatto il massimo per continuare a lavorare. Adesso stiamo un po' riaprendo questo Parlamento in piena attività, tutti i deputati sono ritornati con pieno d'energia, spirito anche di combattere per la democrazia. Non pensavo mai, quando sono stata eletta, che poche settimane dopo, saremmo stati in piena guerra, ma questo è il test che noi abbiamo, come Parlamento, come l'istituzione direttamente eletta dai cittadini, che da noi si aspettano molto, anche sulla guerra, ma anche sul pacchetto dell'immigrazione, del clima, della sicurezza, della difesa e dobbiamo rispondere con efficienza, con efficacia, dobbiamo essere efficaci a rispondere in tempo reale a quello che domandano i cittadini da noi. C'è molto da fare, molto più da fare, ma abbiamo lo spirito e abbiamo molta energia per fare tutto questo". "Ultime due domande, lei ha quattro figli, è un esempio, perché in realtà uno dice come fa a diventare Presidente del Parlamento con 4 figli. Ursula Von der Leyen ha 7 figli". "Non siamo in competizione, su chi ha più figli". "Però parlate mai dei problemi?" "Si parliamo molto, entrambi abbiamo una relazione che è molto buona, molto familiare, anche con i leader delle altre istituzioni. Noi abbiamo parlato anche dei nostri viaggi, anche del mio viaggio, la decisione di andare a Kiev, devo ammettere che non l'ho detto ai miei figli prima di andare, l'ho detto solo a mio marito, quando sono venuta molto vicino alla frontiera, ho chiamato mia mamma e le ho detto ok, quando lo vedrai sulla televisione non avere paura, io ho preso la decisione e poi cinque minuti dopo che era stata nelle notizie i miei figli sono andati da mio marito, mamma è a Kiev, cosa sta facendo là e mio marito era molto preparato, ha detto, io e mamma abbiamo parlato, questa è una decisione che doveva fare e noi siamo orgogliosi di lei e io sono orgogliosa di loro". "Grazie". "Grazie". "Grazie mille".

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