"Anche se la tempesta è forte so che il popolo britannico lo è ancora di più. Il nostro paese è stato costruito da persone che sanno fare le cose. Abbiamo riserve di talento, energia e determinazione enormi. Sono certa che insieme potremo sconfiggere la tempesta, potremo ricostruire l'economia e potremmo diventare la Gran Bretagna moderna e brillante che sappiamo di poter diventare". Promette di portare il paese fuori dalla tempesta, Liz Truss, e per farlo, ironia della sorte, la tempesta l'ha dovuta letteralmente affrontare per raggiungere la Sovrana Elisabetta II in Scozia, nel castello di Balmoral; è lì che ha ricevuto l'incarico di formare un nuovo governo che non potrà perdere un minuto nell'affrontare le urgenze che affliggono il paese, carovita e sistema sanitario nazionale vicino al collasso. In 4 minuti di breve discorso davanti all'ingresso numero 10 di Downing Street, in una breve pausa concessa dalla pioggia battente, Truss, terza donna sempre appartenente al partito conservatore a guidare il paese, ha elencato le tre priorità: tagliare le tasse, fissare un tetto al prezzo delle bollette, intervenire per costruire nuove ospedali e aumentare il personale medico- sanitario. Le prossime ore serviranno per mettere a punto il nuovo esecutivo, quindi la prima riunione di Gabinetto e il primo Question Time, come da consuetudine a mezzogiorno di mercoledì una giornata lunga e unica nel suo genere per la politica britannica, iniziata con un Johnson che di prima mattina ha fatto il suo ultimo discorso, prima di volare anch'egli in Scozia a rassegnare le dimissioni. Un mix, il suo, di ringraziamenti e rivendicazioni prima di paragonarsi a un razzo lanciato nello spazio. "Per quanto riguarda le carriere future, vorrei dire, che io adesso sono uno di quei razzi che è stato lanciato, ha portato a termine la sua missione adesso rientrerò gentilmente nell'atmosfera, mi nasconderò in qualche oscuro angolo del Pacifico". Johnson, raffinato classicista, si è paragonato anche a Cincinnato console Romano, esempio supremo di chi, dopo aver prestato la sua opera alla patria, non insuperbisce ma si ritira a vita semplice e modesta. Lo aveva già fatto dopo aver concluso la sua esperienza di sindaco di Londra. E Johnson, che legge Tacito, sa che Cincinnato è tornato e quindi, insieme all'invito esplicito al partito a unirsi dietro al nuovo premier, c'è un secondo messaggio: non escludo il mio ritorno.























