Solo poche ore prima in un'intervista radiofonica la numero uno di Scotland Yard, Cressida Dick, assicurava che sarebbe rimasta saldamente al comando di una delle polizie più famose al mondo. In serata l'indiscrezione che ormai aleggiava nell'aria da tempo si trasforma in realtà, la Chief Commissioner dalla Met Police ha rassegnato le dimissioni. A rompere gli indugi e a chiedere la sua testa il sindaco di Londra, Sadiq Khan che l'aveva incontrata per l'ultima volta nel pomeriggio. Troppi i fallimenti, troppi gli scandali. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stato il rapporto di pochi giorni fa che denunciava comportamenti violenti, razzisti e misogini all'interno della centralissima stazione di polizia di Charing Cross. Il colpo finale che ha portato in molti, nell'opinione pubblica inglese, a perdere anche l'ultimo briciolo di fiducia in una delle istituzioni un tempo più popolari e stimate del Regno Unito. Da almeno l'omicidio di Sarah Everard, la 33enne stuprata e ucciso un anno fa da un agente in servizio a Londra, in avanti gli incidenti sono stati troppi e clamorosi. A tratti imbarazzanti. Come nel caso del cosiddetto partygate. Per settimane Dick era andata avanti dicendo che la Met Police non avrebbe indagato su quelle feste perché, argomentazione discutibile, avvenute nel passato e per le quali nessuno aveva sporto denuncia. Poi, proprio alla vigilia della consegna del rapporto amministrativo della funzionaria Sue Gray, l'annuncio: Scotland Yard indaga. E proprio per questo motivo il rapporto Gray, solo in minima parte ha potuto essere reso noto al grande pubblico.























