Los Angeles, con i suoi 13 milioni di abitanti, sta diventando epicentro del cambiamento che lentamente sta plasmando la società americana, il caso di George Floyd è solo la punta dell'iceberg. Questa volta però la città del cinema ha anche a che fare con il Covid, è la rabbia degli americani contro un sistema che, durante il lokdown, ha dimostrato di non saper sostenere il ceto lavoratore e specialmente quello che vive sotto la soglia di povertà. Tra la riapertura della California e settimane di proteste la contea di Los Angeles sta registrando il più alto numero di casi di Covid giornalieri, un vero record dall'inizio della pandemia. Da quando c'è stata la riapertura i casi di Covid sono aumentati in modo abbastanza alto e la diffusione del Covid è stata dovuta a questi gruppi, manifestazioni che si sono appunto create nell'ultimo mese. Quello che si è visto è che questi numeri di casi, soprattutto a Los Angeles, aumentano ultimamente, da 1.000 a 1.200 nuovi casi al giorno. Tuttavia, vediamo che sono i sui giovani, soprattutto, i portatori che manifestano, magari, una sintomatologia di tipo minimo, però sono i portatori, appunto, del Covid. Il problema di fondo che sta emergendo dalle proteste di questi giorni nella città del cinema è l'insofferenza verso un sistema economico sociale americano che, pur avendo molti benefici, tende a privilegiare le classi sociali agiate a discapito di quelle meno fortunate e delle minoranze che vengono così emarginate. Molti problemi si risolverebbero se tutti avessero accesso all'università, che invece costa tantissimo e pochi se la possono permettere. È fondamentale che la giustizia torni a prevalere per dare fiducia alle nuove generazioni. Le istituzioni devono investire fondi nelle comunità più povere e supportare i giovani a non dare per scontato che diventeranno dei delinquenti solamente perché sono nati in quartieri degradati.
