Per decenni si è parlato di lui come dell'ultimo dittatore d'Europa eppure fino all'ondata di proteste che in estate ha fatto tremare i suoi 26 anni di regno l'Europa ha guardato in maniera distratta quell'autocrate dai completi fuori moda, dalle politiche da ex Unione Sovietica altrettanto fuori moda che governa la Bielorussia come un feudo personale. Alexander Lukashenko 66 anni è stato eletto presidente nel primo voto libero del paese nel 1994, rappresentava l'alternativa all'antico establishment comunista, nel giro di pochi anni attraverso un'economia strettamente controllata dallo Stato e la repressione sistematica di stampa e opposizione politica ha adottato quello stesso sistema sovietico che i suoi elettori pensavano volesse abbandonare, rivolto sempre verso la preziosa alleanza con Mosca Lukashenko negli ultimi anni prima delle rivolte ha iniziato a patire un'integrazione economica e politica con la Russia che rappresentava per l'autocrate una limitazione al suo potere, così ha brevemente aperto il paese all'Europa per poi tornare nel mezzo delle rivolte contro di lui ad agosto a cercare e ottenere il sostegno dell'alleato Vladimir Putin, a innescare l'inedito dissenso dei mesi passati la campagna elettorale per il voto presidenziale iniziata in primavera e che nonostante gli arresti e la repressione dei rivali politici ha avuto come protagonista per la prima volta un'opposizione unificata, quando il risultato contestato anche da Bruxelles ha dato ancora una volta la vittoria a Lukashenko le piazze si sono riempite. Il dirottamento del volo Ryanair Atene Vilnius su Minsk per arrestare un blogger e attivista arriva dopo mesi in cui la repressione contro attivisti politici e media d'opposizione non si è mai fermata con raid in uffici e redazioni proprio nei giorni scorsi e ora i leader europei e l'alleato americano discutono nuove sanzioni contro il governo di Lukashenko per rafforzare quelle già imposte in estate in seguito alle brutalità della polizia contro i manifestanti di Minsk.