Vietare i social media ai minori di 15 anni senza se e senza ma. Questo l'annuncio o la minaccia del Presidente Emmanuel Macron alla TV francese. L'idea non è nuova e trova d'accordo anche Grecia e Danimarca, che hanno già proposto l'introduzione di una maggiore età digitale comune in tutti i Paesi europei per limitare l'uso delle piattaforme online da parte dei minori. Con l'annuncio televisivo, Macron cerca quindi di spingere alla mobilitazione europea per i tempi di una legislazione unica e univoca per tutti i 27 Stati dell'Unione. Al momento ogni Paese regola in maniera indipendente l'accesso ai social. In Italia, per esempio, i minori di 14 anni possono iscriversi a piattaforme come Instagram, TikTok o Facebook solo previo consenso dei genitori. C'è un solo Paese al mondo che ha già approvato una legge severissima. Lo scorso novembre l'Australia ha bloccato del tutto i social per i ragazzi che hanno meno di 16 anni. La norma che entrerà in vigore dalla fine del 2025, prevede che le piattaforme adottino le misure necessarie per impedire ai giovanissimi di avere un account. Se questo non dovesse accadere i social saranno sanzionati con multe fino a 50 milioni di dollari. Gli unici a non essere sottoposti alle restrizioni della legge potrebbero essere YouTube, di cui si riconosce un possibile uso per scopi educativi, e servizi di messaggistica come WhatsApp e Messenger. La legge australiana è nata come un modo per tutelare la salute mentale dei ragazzi, sempre più social dipendenti, ed è stata accolta con favore da un'ampia fetta della popolazione. A un modello simile, quindi, guarda anche la Francia, che potrebbe diventare un punto di riferimento per gli altri Paesi europei, se a Bruxelles i tempi di approvazione di una norma comunitaria dovessero essere troppo lunghi. .