Di certo è un'indagine molto sensibile, la prima che riguardi direttamente il Presidente della Repubblica Emmanuel Macron. Si cerca di fare chiarezza sul finanziamento delle due campagne elettorali che lo hanno visto vincere nel 2017 e nel 2022 e in particolare sul ruolo avuto dalla società McKinsey con cui Macron lavorò come consulente prima di dedicarsi alla politica. Una prima indagine per presunti finanziamenti elettorali illeciti è stata aperta dal Parquet National Financier, l'organo nazionale che indaga sui reati finanziari, il 20 ottobre scorso, ma si è estesa attraverso un secondo filone giudiziario aperto il 21 ottobre anche ai contratti di consulenza attribuiti dal Governo alle società di consulenza per presunti favoritismi da parte del Presidente. A far partire le indagini sono stati i dubbi sollevati da parte della politica sui rapporti tra Macron e McKinsey, oggetto di polemiche già in passato. Nel corso dell'ultima campagna elettorale a marzo il Senato denunciò il fenomeno tentacolare delle società di consulenza, a cui Macron avrebbe fatto ricorso troppo spesso con spese salate per lo stato. Il Presidente fu inoltre accusato di essere stato aiutato da diversi consulenti della multinazionale quando era ancora Ministro dell'Economia prima di arrivare all'Eliseo. Macron all'epoca rispose dicendo che il ricorso a società di consulenza da parte dello stato era una prassi normale e utile. Oggi quel sospetto di scambio di favori viene analizzato dai giudici.