Il giorno di gloria è passato. L’era Macron è già in cammino. La prima uscita ufficiale del Presidente eletto è al fianco di quello uscente. L’anniversario della fine della Seconda guerra mondiale in Europa ha dato l’occasione a Hollande e Macron di salutarsi sotto l’Arco di Trionfo e iniziare a lavorare sulla staffetta all’Eliseo. Sorrisi e buoni propositi e ora tanto, tanto lavoro. Macron deve scegliere il nome del suo primo ministro, lunedì l’annuncio con Bayrou favorito, e mettere a punto la squadra per le prossime elezioni, quelle che a giugno rinnoveranno l’Assemblea nazionale. Intanto, ha già scelto di cambiare il nome del suo partito: da En Marche a Republique En Marche, una Repubblica che si mette in cammino. Poi c’è l’Europa, quell’Europa tanto evocata nella notte del trionfo. Allora si ripartirà da Berlino, prima uscita da Presidente in carica. Merkel lo aspetta con fiducia e sottolinea il coraggio della sua campagna filoeuropea. “Il messaggio di benvenuto che arriva dalla piazza è ben diverso. Sindacati e studenti aspettano il Presidente Macron al varco e il primo banco di prova sarà la riforma del mercato del lavoro”. Sconfitto il Fronte nazionale. È il Fronte sociale il nuovo avversario. Solo qualche tafferuglio sporadico nel primo corteo parigino dell’era Macron. Anticapitalisti, sindacati e collettivi antiprecariato già cantano: Macron démission, Macron dimettiti. Anche la contestazione si mette in marcia.