Da una parte c’è la posizione politica sul Medioriente, dall’altra quella a sostegno della Corte Penale Internazionale. È questo il dilemma di alcuni Stati europei che si trovano a dover reagire alla decisione della Corte. La domanda che media e pubblico fanno è: sarete pronti ad arrestare Netanyahu come richiede la Corte Penale Internazionale se metterà piede sul vostro territorio? Se ci sono Stati che sperano proprio di non trovarsi di fronte ad una visita del Capo del Governo israeliano per non dover scegliere cosa fare, altri, come l’Ungheria, vogliono provocatoriamente creare l'occasione. Netanyahu ha ringraziato Orban per le sue parole, che ha definito morali e di verità. La Germania invece riafferma sia il suo appoggio alla Corte Penale Internazionale sia la sua vicinanza al Governo israeliano, rimandando la decisione ad un’eventuale e per ora non prevista visita di Netanyahu. Prudente anche l’atteggiamento francese, che ricorda il suo sostegno alla Corte senza precisare quale decisione prenderebbe. Scontato, invece, il plauso del capo della diplomazia europea Borell al tribunale de L'Aja. La sua decisione, dice, è vincolante. Di fatto, quindi, diversi Stati europei si trovano di fronte all'imbarazzo di dover riaffermare il rispetto delle decisioni della Corte Penale Internazionale, pur non condividendone politicamente le scelte. D'altra parte, il Ministro degli Esteri olandese ha dovuto annullare la sua visita prevista in Israele dopo che il suo Paese ha dichiarato che darebbe sicuramente seguito al mandato di arresto.