Sembra una truffa di grandi proporzioni utilizzata schermandosi dietro i Musei Vaticani, totalmente estranei alla vicenda. Un'inchiesta del Daily Wire segnala che un avvocata di New York, Sarah Rose Speno, denuncia una maxi truffa compiuta da una società che millanta titolarità di licenza high tech sulle opere d'arte di quello che è uno dei più importanti musei del pianeta, visitato da sei milioni di persone ogni anno. Ma il vice direttore dei Musei, Monsignor Paolo Nicolini, segnala che nessuna licenza di questo tipo è mai stata concessa a quella società. L'avvocata newyorkese racconta che voleva comperare, per un suo cliente, i diritti elettronici di alcune opere d'arte dei Musei Vaticani e che dalla società a cui si era rivolta le erano stati chiesti 550.000 dollari, di cui una parte sarebbe stata da loro versata al Vaticano. Ma quando le è stato detto di inviare urgentemente come acconto un bonifico dell'importo di 82.500 dollari l'avvocata si è insospettita e alla sua richiesta di esaminare le autorizzazioni dei Musei Vaticani, nulla le è stato spedito. E dal Vaticano fanno sapere che di quelle opere non sono mai stati forniti a quella società diritti esclusivi, illimitati e mondiali, né le sono mai stati concessi diritti di sub-licenza.























