Medio Oriente, l'Iran riapre l'ambasciata in Arabia Saudita

05 giu 2023
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Dopo gli annunci è arrivato il momento. La rappresentanza diplomatica di Teheran riapre i battenti a Riyadh, a suggellare la nuova intesa tra Iran e Arabia Saudita, dopo 7 anni di tensione alle stelle. Secondo la versione più accreditata, l'operazione è andata a buon fine grazie alla mediazione cinese, che è riuscita a sanare il conflitto perenne che contrappone la massima rappresentante della fede sunnita, il Regno dei Saud, e quella sciita, la Repubblica Islamica. Già nella definizione dei due Stati si comprende la distanza siderale che li separa: un regno e una repubblica, uno arabo, l'altro persiano. Entrambi con mire di supremazia sull'area mediorientale, uno fedele alleato degli Stati Uniti, l'altro vicino alla Russia di Putin. Forse è bene non dimenticare questi elementi prima di celebrare la rinnovata armonia dell'area. In Yemen i due Paesi sostengono ancora fazioni opposte, e il dossier nucleare iraniano pesa come una colossale incognita sulle relazioni. Riyadh, grazie ai suoi imponenti giacimenti di uranio, vuole dare il via alla costruzione di centrali, ma se Teheran dovesse arrivare ad avere l'atomica, ha già annunciato che vorrebbe dotarsene. Ma questi saranno "dettagli" che verranno affrontati in seguito, oppure, più semplicemente ignorati dai due Paesi. L'agenda internazionale, nel frattempo, incombe: in Turchia è stato riconfermato alla guida il Sultano Erdogan, altro grande attore dell'area. Alleato di comodo di Teheran, membro della NATO ma amico di Putin, con ambizioni di leadership nell'area sunnita con nostalgia neo-ottomane: un terzo incomodo per entrambi. L'Iran sta ancora attraversando un momento di instabilità per le proteste antivelo, e ha già condannato a morte 5 persone dall'inizio dell'anno. La Cina, insieme all'Iraq e all'Oman, è riuscita nell'impresa di far siglare la pace diplomatica. Si potrebbe dire che la vera notizia non è tanto la riapertura delle relazioni tra i due Paesi, quanto il fatto che gli Stati Uniti e tutto l'Occidente, sono stati spettatori silenziosi di tutta l'operazione.

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