Attaccare avamposti in Siria o Iraq, colpire chirurgicamente i leader dei miliziani, compiere raid di guerra elettronica, inasprire le sanzioni economiche. La risposta americana all'attentato con un drone iraniano costato la vita a tre soldati in una base del nordest della Giordania sarà su più livelli e prolungata nel tempo. Il presidente ha fatto sapere di aver già scelto il piano di azione tra quelli propostigli dal Pentagono, di ritenere l'Iran responsabile di finanziare le milizie, che anche dopo l'attacco di domenica scorsa hanno continuato a colpire postazioni americane nella regione, ma di non volere un allargamento del conflitto mediorientale. I timori di rappresaglia hanno fatto annunciare ai combattenti iracheni legati all'Iran la fine delle azioni militari contro i soldati statunitensi anche se il Pentagono preferisce aspettare i fatti. A Washington il Consigliere per la Sicurezza nazionale Sullivan ha discusso con il Primo Ministro del Qatar gli sforzi per rilasciare gli ostaggi catturati da Hamas in Israele lo scorso 7 ottobre. Oggi vedrà il ministro israeliano per gli affari strategici. Venerdì Biden accoglierà in patria le salme dei soldati caduti, il giorno dopo il Segretario di stato Blinken volerà nuovamente in Israele per la sesta volta in tre mesi.