Trasferiti in un centro di detenzione e poi espulsi da Israele e rimpatriati nei rispettivi Paesi di provenienza. Questo l'epilogo dei 12 attivisti, tra cui la svedese Greta Thunberg a bordo della Madleen, la nave umanitaria della Freedom Flotilla, bloccata dalle forze di difesa israeliane, mentre si trovava in acque internazionali a circa 185 chilometri dalla Striscia di Gaza. Salpata da Catania il 01/06 era diretta verso l'enclave palestinese con un carico simbolico di aiuti umanitari in segno di protesta contro l'embargo imposto da Israele a Gaza. La Turchia ha denunciato una flagrante violazione del diritto internazionale, mentre Emmanuel Macron ha chiesto di consentire il più presto possibile il rientro in Francia dei sei connazionali della Madleen. Anche le autorità svedesi si sono messe in contatto con gli israeliani per assistere Greta. Il governo Netanyahu ha tenuto il punto accusando Thunberg e gli altri di avere tentato di inscenare una provocazione mediatica al solo scopo di ottenere pubblicità. Il Ministro della Difesa israeliano Israel Katz ha persino ordinato all'esercito di mostrare agli attivisti un video senza censure sulle atrocità commesse il 07/10 da Hamas perché vedano esattamente chi è il gruppo terroristico che sostengono e per conto del quale agiscono. Anche l'Iran, nemico giurato di Israele, ha condannato l'abbordaggio della Madleen. Il dossier del nucleare di Teheran è stato tra i temi al centro della telefonata tra Netanyahu e Trump, durata 40 minuti. Un tema che resta divisivo. Il Tycoon spinge da mesi per provare a raggiungere un accordo con il regime di Teheran attraverso la diplomazia. Mentre il leader di Likud è più incline ad un'azione militare volta a smantellare i siti nucleari iraniani. Da aprile si sono svolti cinque round di colloqui indiretti tra l'amministrazione americana e i funzionari iraniani, ma le divergenze sul programma di arricchimento dell'uranio dell'Iran, sembrerebbero impedire ogni progresso tra le parti. .