Medioriente, migliaia di israeliani in piazza per dimissioni Nethanyau

Ennesima giornata di fuoco nel conflitto che infiamma il medio-oriente l'agenzia palestinese Wafa annuncia la morte di almeno 28 palestinesi dentro Gaza, mentre l'esercito conferma la morte di otto soldati a Rafah. Israele uccide inoltre un comandante di Hezbollah, nel sud del Libano, con la milizia sciita che il contrattacca colpendo la base militare del Monte Meron nel nord della Galilea. Il lato diplomatico invece sembra ancora in stallo nonostante la paura americana raccontata a canali statunitensi che Israele si stia preparando per una guerra aperta con Hezbollah, una guerra che stando alle analisi americane Israele non potrebbe vincere senza il supporto dello storico alleato. Migliaia di israeliani scendono in piazza, da una parte le famiglie degli ostaggi che continuano ad implorare il governo per il raggiungimento di un accordo con Hamas, dall'altra semplici cittadini che protestano contro Netanyahu, chiedendone le dimissioni immediate preoccupati anche dell'annunciata estensione da uno a tre anni, a seconda delle categorie, dell'obbligo del servizio per i riservisti dell'esercito. Mentre questa settimana la Knesset ha compiuto un altro passo verso la preservazione della quasi totale esenzione dei cittadini ultra ortodossi dall'obbligo di leva. Secondo gli ultimi sondaggi pubblicati dalla televisione israeliana, se Israele dovesse andare al voto oggi il favorito a vincere le elezioni è Naftali Bennett, ex primo ministro Israeliano, percepito largamente come un moderato di destra, ma storicamente contrario alla creazione di uno Stato palestinese e sostenitore della annessione dell'area C, circa il 62% della cisgiordania occupata, da parte di Israele.