Medioriente, Netanyahu: nessun cessate fuoco con Hezbollah

26 set 2024
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Benjamin Netanyahu è stato chiaro, nessun cessate il fuoco con Hezbollah. Il premier israeliano avrebbe cambiato la sua posizione riguardo alla proposta finalizzata da Francia e Stati Uniti di una tregua temporanea di tre settimane lungo la Blue Line, la linea di demarcazione che separa il sud del Libano dal nord di Israele. Forse per pressioni interne al suo governo arrivate soprattutto dalla destra oltranzista. Quel che è certo è che per il leader del Likud i raid contro le postazioni di Hezbollah sono essenziali per allontanare i paramilitari sciiti dalla frontiera, come sarebbe già stabilito dalla risoluzione 1701 approvata dalle Nazioni Unite alla fine del conflitto nell'estate del 2006 e permettere così il ritorno a casa degli oltre 60 mila israeliani sfollati dall'alta Galilea da quasi un anno. La strategia è continuare a infierire colpi alla catena di comando di Hezbollah, ne è la prova l'ultimo attacco che giovedì pomeriggio ha colpito per la quarta volta in meno di una settimana la periferia sud di Beirut, nota roccaforte di Hezbollah, uccidendo Mohamed Surur il comandante delle forze aeree della milizia sciita. In quasi un anno di scontri incrociati, iniziati l'8 ottobre dai miliziani di Hassan Nasrallah in sostegno di Hamas, sono morte in Libano oltre 1.500 persone, decine delle quali nelle ultime 24 ore. Intanto, secondo le autorità libanesi, gli sfollati hanno raggiunto quota 100 mila.

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