Pace attraverso la forza. Questa è la dottrina condivisa da Benjamin Netanyahu e Donald Trump, secondo le parole dello stesso premier israeliano. Parole pronunciate poco dopo l'attacco americano nei confronti di obiettivi nucleari iraniani, attacco a sostegno delle azioni militari israeliane anticipato, e fortemente voluto dalla politica dello Stato ebraico. Secondo alcune fonti interne al governo israeliano che hanno parlato in forma anonima alla stampa, Netanyahu sarebbe stato informato dell'imminente bombardamento americano almeno 24 ore prima. L'immediata reazione dell'Iran si è manifestata sui cieli israeliani con una scarica di circa 30 missili balistici e due impatti rilevanti. Il primo nel nord di Tel Aviv, dove due edifici civili sono stati quasi totalmente distrutti, uno di questi in disuso da tempo. 13 persone rimaste lievemente ferite. Il secondo nella cittadina di Naziona, a 20 chilometri a sud di Tel Aviv. Il missile è caduto nel giardino che divide due file di ville a schiera, a pochi centimetri dalla stanza bunker di una famiglia, rimasta illesa. Pesanti danni alle abitazioni, tre feriti lievi. L'esercito israeliano ha ristretto le attività permesse alla popolazione civile, limitandole solo a quelle hanno lasciato le loro abitazioni, e si sono trasferiti o in hotel con rifugi più solidi o nelle case di familiari. Benjamin Netanyahu, che solo meno di due settimane fa affrontava una seria crisi di tenuta di governo, a seguito del duro colpo inflitto all'Iran, ora riceve apertamente il sostegno di alleati politici, opposizione e la maggior parte dell'opinione pubblica, secondo gli ultimi sondaggi. Il premier che per decenni ha incorporato la lotta al programma nucleare iraniano nelle sue priorità politiche e militari, utilizza i suoi canali social per parlare ai cittadini dicendo, vi avevo promesso che i siti nucleari iraniani sarebbero stati distrutti. Ho mantenuto questa promessa. i siti nucleari iraniani sarebbero stati distrutti. Ho mantenuto questa promessa. .