Senza accesso alle cure, senza cibo, attorno solo distruzione. Il racconto degli operatori umanitari delle diverse ONG che lavorano a Gaza rende l'immagine delle sofferenze che vivono le persone nella Striscia. Sofferenze che non possono più essere alleviate da chi opera sul campo perché è diventato impossibile, denunciano. Sono circa 200 gli operatori umanitari che hanno perso la vita dal 7 ottobre, l'ultimo episodio il primo aprile, quando sono morti 7 membri della ONG World Central Kitchen, uccisi dai bombardamenti di Israele, mentre erano impegnati a portare cibo alla popolazione affamata da sei mesi di conflitto. Un attacco mirato per il fondatore della ONG, lo chef Jose Andres, che solo per un caso non era su uno dei veicoli colpiti. Preoccupano le condizioni delle persone, ormai allo stremo. E ora che le ONG sono andate via, più che mai. A soffrire più di tutti sono i bambini, stressati dai bombardamenti, dalla mancanza di cure e cibo e senza la possibilità di andare a scuola da mesi.