La morsa su Gaza City si stringe sempre di più. Mentre i blindati israeliani avanzano all'interno del capoluogo della Striscia, i colpi dal cielo sgretolano edifici residenziali e spazzano tende di fortuna. Nelle ultime settimane, secondo le stime dell'esercito israeliano, 480.000 palestinesi hanno lasciato il più grande centro urbano dell'enclave. Ne rimangono ancora oltre 500.000. Il portavoce dell'IDF, Avichay Adraee, avverte su X che l'IDF userà una forza senza precedenti a Gaza City, invitando la popolazione a lasciare la città. Intanto l'ONU ha deciso che il presidente dell'Autorità Nazionale Palestinese, Mahmoud Abbas, potrà intervenire in videoconferenza durante l'annuale assemblea generale delle Nazioni Unite, che si terrà la prossima settimana. Una decisione che arriva dopo che a fine agosto l'amministrazione americana di Donald Trump ha negato i visti ad un'ottantina di funzionari palestinesi, tra cui Abu Mazen. La giustificazione ufficiale della Casa Bianca era stata la mancata presa di posizione dell'ANP contro Hamas dopo l'attacco del 07/10, quella ufficiosa è che Washington vuole evitare l'uso della riunione annuale dell'ONU per iniziative sul riconoscimento dello Stato palestinese, come quella sponsorizzata da Francia e Arabia Saudita in calendario il 22/09. Sul tema del nucleare, invece, il Consiglio di Sicurezza dell'ONU ha dato il via libera al ripristino delle sanzioni contro l'Iran. I 15 hanno bocciato, con 4 voti a favore, 9 contrari e 2 astensioni, una bozza di risoluzione che avrebbe permesso di estendere la revoca delle sanzioni decisa con l'accordo sul nucleare del 2015. Ciò significa che le sanzioni contro Teheran, come richiesto nelle ultime settimane da Francia, Germania e Regno Unito, saranno reintrodotte il 28/09, a meno che, spiega la Troika europea, non venga raggiunto un accordo con la Repubblica Islamica entro la fine della prossima settimana. .























