Medioriente: raid Israele su Gaza, pressing Usa su Netanyahu

Mentre Israele è in allarme per la stabilità dell'Iran e Hamas esprimere le condoglianze a Teheran per la morte del Presidente Raisi, a Gaza si continua a combattere. In due diversi raid israeliani su Nuseirat campo profughi palestinese nel centro di Gaza, sono morte più di 30 persone tra cui 10 donne e sette bambini. Poco distante a Deir El-Balah un attacco aereo ha ucciso due persone incluso Zayed Al-Luli, Alto Ufficiale della Polizia gestita da Hamas. E mentre da Rafah secondo l'ONU 800 mila persone sono state costrette a fuggire da quando l'esercito israeliano ha iniziato l'operazione sulla città i combattimenti proseguono anche nel Nord della Striscia. Finora inascoltato ma incessante il pressing degli Stati Uniti, nelle ultime ore è stato il Consigliere per la Sicurezza americana Jake Sullivan a discutere col Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu della necessità di ridurre al minimo le vittime Civili chiedendo che Israele colleghi le sue operazioni militari a una strategia politica che possa garantire la sconfitta duratura di Hamas, il rilascio di tutti gli ostaggi e un futuro migliore per Gaza. Lo stesso Presidente Joe Biden in un incontro in una storica università afroamericana in Georgia ha denunciato la crisi umanitaria a Gaza, rilanciato il suo appello per un cessate il fuoco immediato e ribadito che l'unica soluzione è quella dei due Stati. Una posizione che non gli ha risparmiato la contestazione di alcuni studenti. Un pressing che per Netanyahu è anche interno dopo quello del Ministro della Difesa Gallant arriva anche l'ultimatum di Benny Gantz: "Un piano su Gaza entro l'8 giugno o lasciamo il Governo", minaccia. Una tenaglia sempre più stretta quella intorno al Premier israeliano che rende complessa la sua sopravvivenza politica.