L'Italia non molla la presa e alla fine il passo avanti sembra arrivare. Giorgia Meloni rientra dal suo primo Consiglio europeo con l'impegno dei 27 a chiudere sul tetto al prezzo del gas. Battaglia italiana per definizione, cominciata da Draghi, sostenuta dalla Premier e che ora potrebbe trovare forma. Il punto è come, perché se tutti sono d'accordo sul principio l'intesa non c'è sul valore limite del prezzo. Dal punto di caduta, quanto al di sotto delle attuali tendenze di mercato, dipenderà l'efficacia della misura. Più complessa la partita sui migranti, per la Meloni serve una risposta strutturale coinvolgendo i Paesi di partenza, se ne parlerà a febbraio in un Consiglio straordinario sul tema, mentre tra i leader serpeggia la preoccupazione per il Qatargate. "Lo scenario è oggettivamente preoccupante, le notizie che escono raccontano qualcosa che non avremmo mai immaginato, credo che di fronte a vicende di questo tipo conti molto la reazione, e la reazione deve essere ferma, decisa, si deve andare fino in fondo e non si devono fare sconti, ne va della credibilità, ovviamente dell'Unione, ne va della credibilità delle nostre Nazioni". Da Bruxelles torna anche sulla manovra dopo il parere, complessivamente positivo, della Commissione. "Mi pare che il giudizio della Commissione dica che abbiamo fatto una manovra molto seria, insomma siamo tra le nazioni che hanno avuto, diciamo, il giudizio migliore e quindi ovviamente credo che questo chiami anche alla responsabilità del Parlamento italiano nell'approvazione, in un'approvazione veloce chiaramente tenendo conto di quelli che sono i passaggi parlamentari che, come lei sa, la mia lunga esperienza parlamentare ho sempre difeso e difendo a maggior ragione ora, ma sicuramente quello che dice la Commissione è che abbiamo fatto un ottimo lavoro e nel tempo che avevamo a disposizione non era una cosa facilissima". L'ok dei 27 a nuove sanzioni contro Mosca e ad altri aiuti a Kiev, permette alla Premier di rientrare a casa con un argomento in più per arginare che spingeva per un cambio di legna sull'Ucraina.























