Più ministri a confronto per indicare una direzione politica univoca alle nostre sedi diplomatiche. La due giorni della 15esima Conferenza degli Ambasciatori alla Farnesina ha rappresentato anche questo: "Parlare tutti con la stessa voce", lo ha sottolineato Antonio Tajani al vertice della diplomazia italiana e lo ha ripetuto la premier Giorgia Meloni convinta sulla necessità di esportare un sistema Paese per fare dell'Italia una protagonista della scena internazionale. E mentre nella maggioranza non sono mancati gli attriti sui capitoli della legge di bilancio, qui alla Farnesina l'aria appare diversa e si cerca di mostrare unità di intenti in politica estera a partire da quella che la premier definisce "Tragedia energetica" con l'Italia in cerca di indipendenza, che potrebbe quindi diventare per posizione geografica snodo energetico europeo. Per farlo, spiega, è necessario investire anche in sicurezza. "Ci siamo accorti della nostra dipendenza energetica dalla Russia, quella che oggi vediamo di più, quella che impatta di più, ma probabilmente ci accorgiamo anche della nostra eccessiva dipendenza in termini di sicurezza dagli Stati Uniti, la spesa militare è una spesa necessaria per difendere i propri interessi nazionali". "La guerra in Ucraina è un monito in tal senso, secondo la Meloni, che annuncia di volere andare a Kiev nei primi mesi del 2023, mentre sull'Iran la risposta del Governo è lapidaria: "La violenza su pacifici manifestanti, sulle donne in Iran è qualcosa di inaccettabile".