Per me dobbiamo essere realisti ma non dobbiamo essere pessimisti. Mia paura è che partiamo qui da Davos come europei che non abbiamo parlato abbastanza su quello che possiamo fare, su quello che abbiamo fatto, su quello che possiamo fare meglio e su quello che faremo. C'è un'aria di: "Oh ok l'Unione Europea deve aspettare, vedere quello che sta facendo la nuova amministrazione americana e poi vediamo." Io non penso così. Io penso che noi siamo forti, dobbiamo scoprire ancora una volta la nostra confidenza di dire "Si noi siamo economicamente forti, possiamo fare di più, abbiamo ascoltato i nostri cittadini quando ci hanno votato a giugno per il Parlamento Europeo e anche in tutte le elezioni nazionali, che vogliono un Europa che è più sicura, che è più facile di fare business, facile di muovere da un paese all'altro." Una cosa, penso, che almeno quest'anno possiamo fare. "Si è parlato tantissimo oggi della questione dell'aumento delle spese per la difesa, addirittura al 5%. Una percentuale difficile per molti Paesi dell'Unione Europea. Che cosa ne pensa?" "È una sfida perché tutti i Paesi sono in posizione differente, diversa, o prima le loro spese erano più, parlo dell'est, Paesi baltici e Paesi del nord. O che ci sono degli altri Paesi che non hanno speso il 2% che devono fare secondo le regole. Allora, per me, io prendo questo argomento dal lato economico. Se siamo qui a Davos, stiamo parlando con gli imprenditori, stiamo parlando con i talenti più grandi che noi abbiamo, stiamo parlando sulla competitività. Se ci riusciamo a ritornare sulla direzione di crescita economica, allora potremmo fare più sulla sicurezza. Perché? Perchè i nostri cittadini in tutti i Paesi ci hanno chiesto per una Europa più sicura. Se l'Ucraina sta ancora sotto le bombe della Russia noi dobbiamo dire tutti i giorni che questa guerra deve smettere, perché la sicurezza dell'Ucraina è anche la sicurezza nostra.".