Il paventato aumento dei dazi di un 5% sull'export messicano verso gli USA, previsto per lunedì prossimo, non ci sarà, almeno per ora. Perché il pericolo venga definitivamente scongiurato, bisognerà attendere di capire quanto bene farà i compiti il paese centro americano. In altre parole, se terrà lontana la marea di migranti, come l'ha sempre definita il presidente statunitense Donald Trump. dal confine meridionale degli Stati Uniti. Il primo a rallegrarsi dell'intesa raggiunta è stato via tweet proprio l'inquilino della Casa Bianca. Il ministro degli esteri messicano, Marcelo Ebrard, davanti ai giornalisti, è entrato di più nello specifico. Di sforzi senza precedenti ha parlato l'ambasciatore messicano a Washington Marta Massena, aggiungendo che il Messico fornirà anche opportunità di lavoro alle persone che attendono la conclusione dell'iter della richiesta di asilo nel Paese. La minaccia americana ha dunque raggiunto, almeno formalmente, l'effetto desiderato e la prima azione concreta sarà rappresentata dallo schieramento di altri uomini, oltre ai 6000 già stabiliti, al confine col Guatemala. Se il flusso non rallenterà entro 90 giorni, saranno intraprese altre azioni. E se i mercati internazionali lunedì potranno tirare un sospiro di sollievo, in attesa di comprendere come verrà sciolta, sempre sul fronte dei dazi, anche la matassa cinese, bisognerà capire come verrà affrontata la crisi umanitaria. Solo nella giornata di mercoledì scorso il Messico aveva bloccato 1200 migranti provenienti dal Guatemala, tra i 10 paesi al mondo più colpiti dal cambiamento climatico.