È accaduto di nuovo e tra i banchi dell'opposizione si leva più di una voce per definire l'ultima decisione dei giudici romani, una figuraccia del Governo. Ha subìto un altro stop l'operazione Albania dopo la sezione immigrazione del tribunale di Roma ha sospeso il giudizio sulla convalida del trattenimento di 7 fra egiziani e bengalesi portati venerdì scorso in uno dei centri italiani in Albania dalla nave della Marina Militare Libra. Alla luce del decreto legge varato di recente dell'esecutivo, i giudici hanno chiesto un parere alla Corte di Giustizia Europea perché, spiega il tribunale in una nota, i criteri per la designazione dei paesi sicuri li decide l'UE. Con una sentenza del 18 ottobre scorso che ha segnato l'inizio di un vero e proprio conflitto fra magistrati e politica, le toghe romane si erano espresse contro il trattenimento di un primo gruppo di 12 migranti portati nel CPR di Gjader e successivamente rientrati in Italia. "Sono 9mile e 300 i giudici in Italia. La stragrande maggioranza di questi 9mila e 300 domani mattina si alzano presto e rischiano anche la loro vita per combattere mafia, camorra e ndrangheta per fare delle sentenze libere e mettere in galera i delinquenti. Ma su 9mila e 300 te ne bastano 30, 40, 50 che non vanno in ufficio in tribunale per applicare le leggi, ma vanno in ufficio e in tribunale per portare la loro ideologia che è la loro bandiera rossa, che è la tessera del Partito Democratico". "Il Governo continua a violare la legge sui centri in Albania, sapete perché? Perché vogliono continuare a dire giudici comunisti, ma mandano 300 agenti della Polizia di Stato a presidiare il nulla sottraendoli al controllo attivo del territorio e sperperano quasi un miliardo di euro". La scelta dei giudici romani per il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani, va contro la tripartizione dei poteri ed è inaccettabile. Il PD per bocca della responsabile Nazionale Giustizia, Debora Serracchiani, vede nell'ultima scelta dei giudici una figura barbina da parte dell'esecutivo che sta facendo danni enormi al bilancio dello Stato. Intanto, il Viminale annuncia che dopo la sospensione delle toghe romane si costituirà di fronte alla Corte di Giustizia Europea per sostenere le proprie ragioni.