Nel suo primo incontro da Premier con la controparte Rishi Sunak aveva subito puntato ad appianare quelle frizioni che si erano create tra chi lo aveva preceduto, Liz Truss e il presidente francese Emmanuel Macron e sicuramente il nuovo inquilino di Downing Street aveva in mente fra le priorità da gestire con la Francia il fascicolo scottante dei migranti che continuano ad attraversare la Manica, oltre 40.000 dall'inizio dell'anno, quasi un migliaio nella sola giornata di sabato scorso. Un lavoro diplomatico che ha portato la pur tanto contestata in patria, Suella Braverman Ministro dell'Interno, a incontrare a Parigi il collega Gérald Darmanin e a stringere un nuovo accordo. Quest'ultimo prevede un 40% di fondi in più stanziati dal Regno Unito per un maggior pattugliamento delle coste francesi. Per la prima volta è anche previsto che gli agenti delle due nazioni lavorino a stretto contatto nelle sale di controllo, in uno sforzo ulteriore di coordinamento e condivisione delle informazioni. Basterà a fermare un afflusso sempre crescente di migranti che cercano di entrare clandestinamente nel Regno Unito? Nonostante il Ministero dell'Interno britannico si affanni a dire che sono stati evitati, durante quest'anno, qualcosa come 30.000 attraversamenti, la cifra di chi arriva continua a crescere, a dispetto della narrativa che avrebbe voluto che con la Brexit il paese avrebbe ottenuto un miglior controllo dei propri confini. La situazione, come ammesso dallo stesso Sunak nell'ultimo Question Time, è grave e gestita finora male, prova ne sono i centri di smistamento di migranti nel Kent che dovrebbero essere un luogo di puro passaggio per i richiedenti asilo e che si sono trasformati in luoghi di detenzione de facto, mentre la politica di trasferimento forzato in Ruanda continua a far fatica a decollare, bloccata da provvedimenti delle stesse corti inglesi.























