Migrazione e Brexit, la storia di Chiara in Uk

Chiara ha 25 anni, una laurea in Lingue, un master in Politica Internazionale e Diritti Umani concluso con la lode alla UCL qui a Londra e una valigia carica di sogni e aspirazioni. Quella vera di valigia non l'ha ancora fatta. "Ho un rifiuto mentale" dice con amarezza perché la sua avventura inglese è giunta al termine e Brexit rende impossibile rimanere. "Non avendo trovato lavoro, avendo bussato a tutte le porte, non sono riuscita a trovare nessuno che mi sponsorizzasse un visto e quindi ho deciso di non investire altro tempo e provare a fare altro". Gli ultimi numeri ufficiali dicono che l'immigrazione legale nel Regno Unito ha raggiunto nuove cifre record 750.000 nel 2022, "Numeri troppo elevati ha ripetuto nelle ultime ore il Primo Ministro Rishi Sunak. I media britannici riportano che sarebbero allo studio nuove restrizioni rispetto a quelle già in vigore grazie alla Brexit come ad esempio l'innalzamento a 35.000 sterline annue della soglia minima di salario necessaria per ottenere un visto di lavoro in Gran Bretagna. Praticamente impossibile da trovare per un giovane fresco di studi universitari. "Sarei voluta rimanere per una forse per la vecchia logica secondo cui per noi italiani Londra è la nuova America, fatta di mille opportunità e di una velocissima crescita professionale cosa che una persona magari in Italia si aspetta di non riuscire a raggiungere, ad oggi dico che è troppo difficile se non impossibile". Anche un settore come quello dell'assistenza agli anziani e alle persone con disabilità che ha un cronico bisogno di personale potrebbe essere intaccato dalle nuove misure si pensa ad esempio di escludere la possibilità ai lavoratori stranieri, che in questo settore sono la maggioranza, di portare con se familiari dal Paese di origine. Ci fossero più possibilità per i giovani europei di studiare e poi lavorare in questo Paese torneresti? "Forse sì vorrei essere più corteggiata però".