Dopo 40 ore di ricerche, domenica sera la caccia all'uomo negli Stati Uniti è finita. È stato catturato a Green Isle, a un'ora da Minneapolis, nel Sud del Minnesota, Vance Boelter, il presunto assassino della deputata Melissa Hortman e di suo marito, nonché aggressore del senatore John Hoffman e di sua moglie rimasti gravemente feriti. La polizia ha dichiarato che l'arresto è avvenuto senza l'uso della forza. Gli agenti, dopo aver localizzato l'uomo, lo hanno inseguito in un bosco, poco dopo lui si è reso. Una figura controversa quella di Boelter, in cui si mescola fanatismo e integralismo religioso e una vita lavorativa irrequieta. Cristiano evangelico, fin da giovane predicatore nei parchi contro l'aborto e la politica di gender, elettore convinto di Trump, l'uomo spesso si recava in Africa. Su LinkedIn si descriveva come l'amministratore delegato di Red Lion Group, un'azienda della Repubblica Democratica del Congo. Boelter e sua moglie in passato dirigevano anche un'organizzazione no profit e lui si presentava come reverendo, affermando di essere stato ordinato sacerdote nel 1993. Nel manifesto rinvenuto nell'auto del killer sono stati trovati 70 nomi di politici, inclusi tutti i democratici, al congresso del Minnesota, oltre che dei gestori di alcune cliniche per l'aborto. Al suo attivo una laurea in relazioni internazionali, un master in scienze del management e un dottorato in leadership. Boelter, con indosso un giubbotto antiproiettile, si era presentato a casa delle sue vittime a notte fonda, fingendosi un poliziotto e aggredendole a colpi di arma da fuoco. Intanto continua il pellegrinaggio, a Minneapolis, di chi conosceva e ammirava Melissa Hortman, una politica molto attiva sui temi dell'ambiente e dell'istruzione. .