Saleh al-Arouri, il numero due dell'ufficio politico di Hamas e uno dei fondatori dell'ala militare del gruppo, è stato ucciso, insieme ad altre 5 persone tra cui altri due membri del movimento, in quello che viene descritto dai media libanesi come un raid israeliano a Beirut. Ma Israele per ora non conferma né smentisce. Al-Arouri stava partecipando ad un incontro con altre fazioni palestinesi in un ufficio di Hamas a Dahiye, periferia sud della capitale, una delle roccaforti di Hezbollah, il movimento sciita libanese alleato dell'Iran, considerato da alcuni esperti "il grande fratello" di Hamas. Un movimento i cui leader e fondatori cadono come martiri per la dignità del nostro popolo e della nostra nazione e che non sarà mai sconfitto, lo ha detto il leader di Hamas, Isma'il Haniyeh, in un discorso televisivo dopo l'uccisione del suo numero due, Saleh al-Arouri, in un raid a Beirut attribuito a Israele. È la storia della resistenza e del movimento che dopo l'assassinio dei suoi leader diventa ancora più forte e determinato, ha aggiunto. La Jihad islamica avverte che Israele pagherà per l'omicidio commesso. Il Primo Ministro libanese ad interim Nagib Miqati afferma che l'esplosione nel sobborgo di Beirut è un nuovo crimine israeliano volte a trascinare il Libano in una nuova fase di scontri, dopo i continui attacchi quotidiani nel Sud che hanno provocato un grande numero di martiri e feriti. D'altronde gli scontri a fuoco tra gli uomini armati di Hezbollah e l'esercito israeliano, che sono iniziati l'8 ottobre, il giorno dopo gli attacchi sferrati da Hamas in Israele, si stanno intensificando in una mossa che, secondo gli esperti, potrebbe segnare un nuovo livello del confronto. Da mesi Hassan Nasrallah, il leader del partito di Dio ammonisce contro gli omicidi mirati in Libano ed ora, dopo l'uccisione di Saleh al-Arouri, tutti gli occhi sono puntati sulla reazione di Hezbollah. Perché, nonostante l'Imam non abbia mai dichiarato apertamente guerra ad Israele, la direzione di Nasrallah è ben chiara: non stare in silenzio e permettere che la scena libanese si apra agli omicidi. Israele, intanto, rimane in stato di allerta elevata; si prospetta vendetta.