Tre mesi di guerra in Israele vengono accolti con una giornata estremamente sanguinosa nei tre fronti attualmente aperti Gaza Cisgiordania e Sud del Libano dove continuano le tensioni tra Hhezbollah ed esercito israeliano nonostante l'incontro del capo della politica estera europea Borrell con la milizia sciita proprio in Libano nel tentativo di avvicinare una soluzione diplomatica al conflitto. Così come anche la diplomazia americana è al lavoro nei Paesi Arabi proprio in questi giorni. Tuttavia fa discutere un articolo pubblicato dal Washington Post dove anonimi funzionari della Casa Bianca rivelano di temere che il Primo Ministro Benjamin Netanyahu possa avviare una guerra in piena regola contro il gruppo Hezbollah in Libano per salvare la propria carriera politica. Solo il 15% degli israeliani difatti vorrebbe vedere il Primo Ministro al potere una volta terminato il conflitto in un contesto politico sempre più scivoloso dove il leader dell'opposizione continua a chiedere elezioni anticipate e il Ministro Gantz per la prima volta diserta la riunione di Governo a causa di frizioni interne alla coalizione specialmente con i Ministri di più estrema Destra. Ma il conflitto non si ferma specialmente dentro Gaza, quasi 23 mila le vittime stando al Ministero della Salute locale di cui circa 10000 bambini tra quelli che sopravvivono Save the Children denuncia: "10 al giorno subiscono l'amputazione di un arto". Pesanti bombardamenti a Khan Yunis e Rafah tolgono la vita a quasi 150 persone in 24 ore, inclusi due giornalisti a bordo di un'auto stampa centrata direttamente dalle forze israeliane. E il nipote del fondatore di Hamas ucciso al Sud di Gaza, anche lui lavoratore nel campo mediatico. Medici Senza Frontiere denuncia l'evacuazione dell'ospedale di Al-Aqsa, l'unico attivo nella zona centrale di Gaza a causa di combattimenti intensi a circa 50 metri dall'ospedale. Il Ministero della Salute di Gaza condanna in serata attacchi drone sulle strutture ospedaliere stesse. Nei territori palestinesi occupati in Cisgiordania un raid israeliano a Jenin ha provocato la risposta armata della Jihad islamica che ha ucciso una poliziotta israeliana. A seguire un drone dell'esercito ha giustiziato sette palestinesi, "Maneggiavano esplosivi" spiega l'esercito "Erano disarmati e civili", accusano i media locali. Poco dopo un attacco armato nei pressi di una colonia israeliana al Nord di Ramallah uccide un 30enne residente di Gerusalemme Est, arabo-israeliano mentre un presunto attentato in un check point vicino a Gerusalemme è stato sventato dall'esercito israeliano che ha sparato contro una macchina che accelerava verso i suoi soldati, uccidendo un uomo e una donna al suo interno ma colpendo anche per errore una bambina palestinese di 3 anni che viaggiava in una vettura adiacente, morta sulla scena.