Bombe americane hanno ucciso i civili di Gaza. La rivelazione è del Presidente degli Stati Uniti in persona, che dopo mesi e mesi di clamorosamente infruttuose pressioni sul Governo israeliano ha finalmente deciso di utilizzare la leva più efficace per convincere il Primo Ministro Netanyahu a moderare la risposta militare contro la striscia infestata dai terroristi di Hamas ma abitata anche da un milione e mezzo di palestinesi. Di fronte all'annunciata invasione nella città meridionale di Rafah, che per i rifugiati finirebbe in un bagno di sangue, la Casa Bianca ha deciso di trattenere un carico di armi destinato a Israele e il Pentagono sta rivalutando l'invio di altre spedizioni che erano previste a breve. Si trattava di 3.500 bombe, di cui 1.800 da una tonnellata ciascuna, le più potenti nell'arsenale convenzionale americano, in grado di distruggere interi edifici e dunque sproporzionate per l'obiettivo di dare la caccia a singoli terroristi. In una intervista alla CNN Biden ha dato pubblicamente, per la prima volta, un ultimatum al suo recalcitrante alleato: "Se Israele proseguirà le operazioni entro i centri abitati, non invieremo più armi né munizioni d'artiglieria." Gli Stati Uniti continueranno a rifornire di missili il sistema di difesa antiaerea Iron Dome ma la mossa del Presidente mira a convincere Netanyahu ad accettare il prima possibile un accordo per il cessate il fuoco e lo scambio di ostaggi, che Hamas sembrava orientato a sostenere con la mediazione dei paesi arabi , "Pronti", ha detto Biden, "a ricostruire Gaza e ad aiutare nella transizione verso la soluzione dei due stati, di Israele e di Palestina." Per questo dopo aver incontrato il Premier Netanyahu a Tel Aviv, il Direttore della CIA, inviato a negoziare per conto di Washington, è rientrato al Cairo in Egitto dove febbrili si svolgono da settimane le trattative.























