Prosegue la serie di visite di alti rappresentanti statunitensi in Medio Oriente. Dopo il vicepresidente JD Vance, è arrivata in Israele il segretario di Stato Marco Rubio. Domenica è attesa anche Morgan Ortegos, inviata speciale degli Stati Uniti in Libano, mentre potrebbe seguire il segretario dell'energia, Chris Wright. Una presenza americana sempre più costante che in Israele molti interpretano come una supervisione diretta di Washington, sull'attuazione dell'accordo di pace promosso da Donald Trump. Durante la visita al centro di coordinamento civile militare di Kiryat, Rubio ha confermato un rafforzamento della presenza statunitense sul terreno, con personale diplomatico e della sicurezza. Il segretario ha inoltre rilanciato il progetto della forza internazionale di stabilizzazione, prevista dal piano Trump, chiedendo un mandato condiviso che garantisca legittimità e continuità all'intervento. Israele, tuttavia avrebbe espresso la preferenza per l'esclusione dei paesi che hanno riconosciuto lo stato di Palestina o criticato Israele all'aja, proponendo invece la partecipazione di Germania e Italia, ma non della Francia. Rubio ha definito una minaccia al processo di pace, la decisione del Parlamento israeliano di approvare in fase preliminare, l'annessione della Cisgiordania occupata, dove nel frattempo continua la violenza. Un diciottenne, Mohammed Hammed Abu Hin, è morto per le ferite riportate durante un raid israeliano a Nablus. Dal 7 di ottobre, oltre 1000 palestinesi sono stati uccisi dall'esercito e dai coloni israeliani, secondo le Nazioni Unite. Intanto il Cairo, delegazioni di Hamas e dell'Autorità palestinese, si sono incontrate per discutere la seconda fase del piano per Gaza, dedicata alle future disposizioni politiche e di sicurezza, ribadendo il loro appoggio ad una guida tecnocratica dentro Gaza, senza fornire maggiori dettagli. Ma sul terreno, riferisce la difesa civile di Gaza, la situazione resta drammatica. Pochi convogli di aiuti, case distrutte, corpi ancora sotto le macerie. L'Organizzazione Mondiale della Sanità avverte, 15000 malati devono essere evacuati al più presto. Dall'implementazione del cessate il fuoco solo 41 casi gravi sono riusciti a lasciare la Striscia di Gaza. .























