Il mondo si è mobilitato per portare aiuto a Turchia e Siria. In un periodo di guerre e profondissime tensioni diplomatiche tra paesi, i governi più lontani sembrano aver messo da parte ogni ragione politica e si sono offerti di portare aiuti alle popolazioni colpite. L'Europa, che ha subito attivato un meccanismo di solidarietà, ha inviato in poche ore dieci squadre di soccorso di altrettanti paesi UE. Ma molti altri Stati dell'Unione Europea, tra cui l'Italia, si sono detti disponibili ad inviare altri aiuti. Gli Stati Uniti, in contatto col Presidente turco Erdogan, hanno promesso tutto l'aiuto necessario, mentre Putin ha contattato direttamente sia il Presidente siriano Assad, che quello turco per mandare uomini in soccorso dei terremotati e ha annunciato che 300 militari russi sono già al lavoro sul posto. Del resto, nella zona confinante tra Siria e Turchia sono presenti diverse truppe russe intervenute nella guerra civile siriana. Sempre Mosca si è fatta messaggera di un'inedita richiesta d'aiuto, la Siria, da sempre in stato di guerra col confinante Israele, ha chiesto materiali di soccorso, come coperte e medicine al governo di Gerusalemme, che ha subito risposto positivamente disponendo l'invio degli aiuti necessari, dopo aver offerto anche squadre di ricerca alla Turchia. Anche paesi come India e Cina si sono mobilitati a favore delle zone colpite. Il pesantissimo bilancio delle vittime, la zona poco attrezzata in termini di servizio ai cittadini in difficoltà, stanno spingendo tutti i paesi e l'organizzazione internazionale ad un grande sforzo umanitario, tanto che la stessa Ucraina, impegnata in una guerra dal costo di migliaia di vittime contro l'invasione russa, ha offerto squadre di soccorso al governo turco.