"Lei abita a 2 km da aeroporto dove è stata ...." "Era in negozio quando sua nipote si è chiusa le orecchie e urlava". Le bombe dei russi, l'esplosione dell'aeroporto. Questa donna racconta l'assedio della sua città, a Zaporizhzhia. I militari controllano da giorni anche la centrale nucleare. Ha dovuto separarsi dal marito e dai due figli, sono rimasti a combattere. È arrivata in Italia da poche ore, a Modena la ospita un'amica che ha lasciato l'Ucraina anni fa. In questo hub vaccinale trasformato in centro accoglienza, riceve i documenti per l'assistenza sanitaria. Qui i rifugiati possono registrarsi, fare anche un tampone e il vaccino. "Io sto lavorando qui, Modena. C'è mia figlia con mia nipote, è arrivata ieri. È una situazione molto grave. Ha lasciato il marito, ha lasciato tutta la famiglia, se finisce loro tornano a casa". Molti di loro sono accompagnati dalle famiglie che li ospitano. "Io ho dato la mia ospitalità, è arrivata la figlia della signora che lavora da me, con il proprio figlio minorenne e il nipote, figlio della figlia". "È stato un viaggio un po' lungo, mia figlia è dottoressa. Sì ma sta la, perché hanno bisogno di infermieri sempre". "Sei a posto, 2-3 giorni che registrano le dosi che hai fatto in Ucraina e porta pazienza ... green pass, che poi puoi utilizzare qua in Italia". 769 le persone accolte in 10 giorni, la metà sono bambini. A loro viene assegnato un pediatra, il lavoro di medici e infermieri dell'Azienda Sanitaria di Modena, l'aiuto dei volontari. "Gli adolescenti soprattutto sono molto terrorizzati, ci siamo accorti che anche soltanto un rumore li spaventa tanto e adesso sempre di più arrivano persone che hanno bisogno di alloggio, di aiuti psicologici, di farmaci, perché poi magari molti sono partiti senza portare via niente".























