Spari e combattimenti in strada a Mogadiscio nell'assalto all'Hayat Hotel. Gli jihadisti di Al Shabab il gruppo terroristico ispirato e affiliato ad Al Qaeda che da anni controlla buona parte dei territori meridionali della Somalia ha rivendicato l'attacco. Due le bombe esplose per forzare la sicurezza esterna prima dell'irruzione nella struttura usata come base da diversi funzionari governativi. Decine i morti tra civili e agenti di sicurezza. I terroristi si sono poi asserragliati nei piani più alti e sul tetto. Dal web è arrivata la rivendicazione di Al Shabab che solo due settimane fa è stata bersaglio dell'aviazione americana che ha colpito un covo uccidendo almeno 14 miliziani. L'attacco all'Hayat Hotel è il più violento dalle elezioni del nuovo presidente somalo, Hassan Sheikh, lo scorso maggio. Lontana dai riflettori internazionali in Somalia si sta consumando la peggior crisi economica del paese impoverito sempre più dall'estrema siccità che desertifica i territori a ritmi serrati. L'aumento vertiginoso del prezzo dei cereali, aggravato ulteriormente dalla crisi Ucraina, ha sbattuto circa 7 milioni di somali nella lotta quotidiana per il cibo. Oltre un milione e mezzo di bambini sono malnutriti e hanno bisogno di cure mediche. Almeno 18 milioni di vite sono a rischio. Queste le stime delle ONG che operano nel paese. Numerosi gli appelli delle organizzazioni internazionali affinché il presidente Sheikh dichiari lo stato d'emergenza e tratti con gli Shabab per permettere la distribuzione alimentare nei territori da loro controllati. Accordo che Sheikh rifiuta perché condizionato al pagamento di tangenti che rafforzerebbero i jihadisti e non solo nelle zone da loro controllate.























