Il pate' si vende in cirillico e in romeno, ma la guerra potrebbe cambiare anche l'offerta. Restano la falce e il martello nell'unica bandiera del mondo che conserva l'icona sovietica quella della Transnistria. Regione di frontiera autoproclamata indipendente, sta alla Moldavia come il Donbass all'Ucraina. Per accedere un checkpoint delle truppe russe, ma entrare oggi è sconsigliato, esiste un'area sicura controllata dalla Moldavia, tuttavia monitorata da "Peacekeepers" russi. Tra un ansa e l'altra cambia anche la lingua, c'è chi si allena l'invasione e chi la teme. A Drochia la scuola è doppia, la mattina per gli abitanti, il pomeriggio ragazzi, insegnanti di un altro centro della Transnistria russa che preferiscono studiare rumeno per avere opportunità in Europa, ci spiegano da Promo-Lex, organizzazione non governativa che monitora i diritti umani. Viaggiando tra i paesini, lungo la linea di confine spuntano sponsorizzazioni americane e insegne che evocano il grande sogno congelato dallo stallo di una guerra che anche qui nessuno vuole.