Anni dopo lo avrebbe rilevato pure lui, l’ex Presidente della Fifa Joseph Blatter che quel verdetto l’aveva pronunciato controvoglia. L'accordo tra gentiluomini in seno alla Fifa, prevedeva l'assegnazione del mondiale del 2022 agli Stati Uniti, non al Qatar, come invece avvenne quel 2 dicembre 2010. Assegnazione che da subito non suonò soltanto esotica, ma pure sospetta. Frace Football pubblicò la prima inchiesta nel gennaio del 2013, l'anno dopo, il Sunday Times, rivelò di avere le prove dei pagamenti effettuati dal Qatar per comprare i voti di alcuni membri della Fifa. In attesa che gli scoop diventino indagini altri filoni d'inchiesta, sempre per corruzione, travolgono la Fifa e investono lo stesso padre padrone del calcio mondiale, è Michel Platini che di Blatter avrebbe dovuto prendere il posto e che ora, invece, diventa il protagonista degli sviluppi più eclatanti di questa indagine, aperta nel 2016 della Procura Nazionale francese per i reati finanziari. Platini avrebbe dato il suo voto al Qatar in cambio degli investimenti degli sceicchi in Francia. Il tutto sotto la regia di Nicholas Sarkozy, tanto che in questa inchiesta sono coinvolti anche due fedelissimi dell'ex Presidente francese. Per l'Accusa, il primo riscontro al patto corruttivo fu l'acquisto, da parte degli emiri, del Paris St. Germain, avamposto sportivo di una strategia di posizionamento internazionale intrapresa dal piccolo emirato del Golfo che per ottenere la sua consacrazione internazionale e smarcarsi dai Paesi arabi vicini ha puntato tutto sui mondiali, al costo di farli in inverno, in impianti con l'aria condizionata, di subire denunce per le condizioni dei lavoratori, di finire nell'inchiesta per corruzione.