Non aveva il seguito del suo predecessore ma aveva coperture potenti e probabili successori che ne vorranno vendicare la morte. E così, dopo che domenica scorsa un drone statunitense uccideva il leader di Al Qaeda Ayman al-Zawahiri, il dipartimento di stato americano diffondeva un'allerta di terrorismo globale, invitando tutti i propri concittadini alla cautela per possibili attacchi in seguito all'uccisione dell'uomo che nei video delle organizzazioni jihadista era spesso accanto ad Osama Bin Laden, essendone il suo fedele braccio destro. E quindi, partiamo proprio da chi lo proteggeva perché anche se Bin Laden godeva nella pakistana Abbottabad di complicità all'interno degli apparati di sicurezza locali, queste sono rimaste sempre molto ben celate. Chi proteggesse Ayman al-Zawahiri, invece, ora è palese. Considerando che l'estremista egiziano abitava all'interno di una palazzina a Sherpoor: il quartiere residenziale di Kabul dove si trovano le ambasciate occidentali. Protetto dunque non solo dai talebani, da un anno di nuovo padroni di un Afghanistan ridotto alla fame, ma all'interno della loro compagine assistito direttamente dal clan haqqani considerato probabilmente il più sanguinario. La Casa Rifugio dove il drone lo ha centrato infatti era di proprietà di uno stretto collaboratore di Sirajuddin Haqqani, attuale Ministro dell'Interno afgano nonché esponente di spicco proprio di quel clan che con il terrorismo ha sempre avuto rapporti più che familiari. Non una scelta a caso quella di Ayman al-Zawahiri per 11 anni successore di Osama Bin Laden senza però che riuscisse ad ottenere lo stesso seguito di seguaci dello sceicco. Anche perché lo jihadismo internazionale, dopo la sua morte, ha trovato nell'isis una guida meno paludata e forse anche più spietata. Isis che invece contende ora ai talebani i resti di un paese in macerie, ma fondamentale per la sua sopravvivenza. Quasi quotidiane infatti le rivendicazioni degli attacchi terroristici dello Stato islamico in Afghanistan. Mentre Al Qaeda resta radicata da Kabul al Sahel, dalla Somalia allo Yemen. Con il successore più accreditato di Ayman al-Zawahiri, Seif al Adel, che fa parte proprio di quella vecchia guardia che ancora preoccupa le intelligence occidentali. Anche lui egiziano e forse nascosto in Iran. Dittatura sciita che però, per ragioni di opportunismo, ha già ospitato altre volte elementi di spicco del terrorismo sunnita.























