File ordinate, controlli accurati ma veloci, basilica di San Pietro immersa nel silenzio, il popolo che passa di fronte a Ratzinger davanti all’altare centrale e al baldacchino disegnato dal Bernini è come una ininterrotta preghiera di ringraziamento per il dono di un gigante della fede, che forse un suo successore nominerà Dottore della Chiesa cattolica. Sono oltre 135mila i fedeli che nei primi due giorni di esposizione hanno reso omaggio alla salma di Benedetto XVI, 65 mila lunedì, 70mila il giorno seguente. E martedì, tra le personalità in Basilica il Ministro del’ interno Piantedosi, il presidente del Senato La Russa, e il primo ministro dell’Ungheria Vicktor Orban. Mercoledì, dalle 7 di mattina alle 7 di sera, è l’ultimo giorno in cui viene esposto il corpo. E dal Vaticano arrivano informazioni sul funerale e poi sulla sepoltura di Benedetto XVI anche perché stranamente in questi 10 anni nulla era mai stato codificato su come comportarsi quando muore un Papa Emerito. 1000 agenti schierati, 600 giornalisti del mondo accreditati, alla presenza di capi di stato e di governo e di tantissimi fedeli, giovedì 5 alle 8.50, racchiusa dentro una semplice bara di frassino, la salma di Ratzinger uscirà dalla Basilica di San Pietro, e in Piazza si reciterà per lui il rosario. Alle 9.30 iniziano i funerali, presieduti da Bergoglio che terrà anche l’omelia in una messa che vedrà all’altare, per i problemi di Francesco al ginocchio, il decano dei Cardinali, Giovan Battista Re. Al termine, la tumulazione nelle grotte vaticane, Nella bara di Benedetto XVI, le medaglie e le monete del pontificato, i suoi 3 palli, le stole ricevute quando venne nominato vescovo di Monaco, poi decano del collegio cardinalizio infine Pontefice, e, in un cilindro di metallo, il Rogito, cioè un breve riassunto della sua azione da Papa della Chiesa cattolica. La bara di frassino sarà chiusa in una di zinco poi un un’altra in legno di Rovere, che verranno deposte nel sepolcro che per un certo tempo fu occupato da Giovanni Paolo II, il Pontefice santo che in quello che è considerato il suo testamento definirà Ratzinger, con espressione per lui rara, “il mio amico fidato”.