Tutto quello che per molti, soprattutto tra i familiari di Diego Maradona, avevano ipotizzato neanche troppo velatamente l'indomani della morte a 60 anni del Pibe de Oro il 25 novembre 2020, ora sembrerebbe confermato dalla decisione dei magistrati argentini. Rinvio a giudizio del neurochirurgo Leopoldo Luque, della psichiatra Agustina Cosachov e di altri sei operatori sanitari attivi negli ultimi mesi di ricovero domiciliare. Tutti accusati di omicidio colposo con dolo eventuale, reato per cui è prevista una pena dagli 8 ai 25 anni. Questo provvedimento adottato dalla Camera d'Appello e Garanzia di San Isidro che ha respinto di fatto il ricorso presentato un anno fa dalle difese teso ad ottenere una accusa meno pesante. Il PM ha descritto compiutamente l'eventuale omicidio volontario di Maradona elencando le improvvisazioni, la cattiva gestione e le inadempienze a carico degli imputati risultati determinanti sull'esito fatale. Una perizia aveva concluso che l'ex campione del mondo del '86 fosse stato abbandonato al suo destino dalla propria equipe medica, iniziando a morire almeno 12 ore prima delle 12:30 del 25 novembre con segni inequivocabili di un prolungato periodo di agonia. L'autopsia stabilì che la morte di Maradona fu causata da un edema polmonare acuto secondario e insufficienza cardiaca cronica esacerbata, scoprendo anche una cardiomiopatia dilatativa del suo cuore. La data del processo non è stata ancora fissata, ma è certo che fino ad allora molti imputati attenderanno in libertà il completamento dell'iter giudiziario.