L'annuncio arriva via social dalla portavoce del principale oppositore del Cremlino dopo che da oltre una settimana la famiglia né chiedeva la restituzione. La salma di Alexei Navalny è stata riconsegnata alla madre. Grazie di cuore a tutti coloro che insieme a noi ne hanno chiesto la restituzione. Il corpo del dissidente e la madre Liudmila Navalnaya arrivata in Siberia non appena saputo del decesso del figlio, si trovano ancora nella cittadina artica dove la salma è stata finora conservata nell'obitorio di un ospedale, precisa nel post la portavoce Kira Yarmish. Non è ancora chiaro però se i funerali potranno essere pubblici o dovranno rimanere segreti, come pretendono gli investigatori. Il timore del Cremlino infatti è che potrebbero trasformarsi in una dimostrazione a sostegno del movimento di Navalny e contro il regime di Putin. Poche ore fa era arrivata l'ultima denuncia della moglie di Navalny, Julia, contro le autorità russe accusate di aver messo in atto ricatti per cercare di organizzare un funerale segreto e di voler seppellire il marito nella prigione dove è morto lo scorso 16 febbraio, una morte che secondo il Cremlino sarebbe stata improvvisa dopo una passeggiata nella colonia penale dell'Artico a 2.000 km da Mosca, dove era rinchiuso da mesi ma che secondo fonti del Times sarebbe stata provocata da un pugno al cuore, tecnica usata dal Kgb. La restituzione della salma alla famiglia coglie di sorpresa anche perché la Russia aveva detto che non l'avrebbe restituita per 14 giorni, perché gli inquirenti dovevano chiarire le circostanze del decesso avvolto ancora nel più fitto mistero. Intanto a Mosca, appresa la notizia della consegna del corpo di Navalny alla famiglia, decine di persone si sono messe in fila fuori dalla cattedrale di Cristo Salvatore per rendere omaggio al leader dell'opposizione russa mentre la polizia di stanza nelle vicinanze identifica i presenti.